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martedì 24 aprile 2012

PENNELLI FOTOVOLTAICI




Disegnare la propria casa munita di un impianto fotovoltaico e magari, poi, vincerlo. Si può provare con il concorso “Pennelli Fotovoltaici”, promosso da Solarplus Srl, con sede a Spini di Gardolo,  con il quale è possibile vincere l’installazione di un impianto fotovoltaico da 3kW, iniziativa cui è possibile partecipare fino al 15 giugno.  Per prima cosa è necessario registrarsi al sito

quindi disegnare la propria casa con l’impianto fotovoltaico e caricare l’opera, in seguito condividerla e farla votare da amici, conoscenti ecc..Si possono presentare anche più opere che possono essere disegni a mano poi scansionati, disegni realizzati con strumenti digitali (inclusi programmi professionali per la progettazione vettoriale), fotografie o porzioni fotografiche con modifiche disegnate a mano libera o al computer (non è ammesso il semplice fotomontaggio o fotoritocco). Il file in formato jpg deve avere un peso massimo di 2 MB mentre sono ammessi tre voti per utente. Si può vincere un impianto fotovoltaico da 3 kw completo di installazione e messa in opera, conforme, qualora tecnicamente possibile, alle caratteristiche disegnate sull’opera vincitrice, del valore di € 12.000,00 (IVA esclusa). Per tutti i dettagli visitate il sito, dove potete trovare anche alcuni esempi di disegni già inviati e inseriti nella gallery.

CASA CLIMA NATURE: NUOVE LINEE GUIDA



Casa Clima Nature ha introdotto nuove linee guida al fine di poter realizzare una valutazione ambientale dell’edificio tenendo conto di alcune novità che sono state apportate, come
una semplificazione di calcolo per la valutazione dell´impatto ambientale dei materiali da costruzione e l’introduzione di indicatori relativi al benessere indoor quali l´illuminazione naturale, il comfort acustico, il controllo del radon. Per scoprire tutti i dettagli vi rimando alla pagina dedicata sul sito dell’Agenzia Casa Clima:

Link:   

IDEALPARK




Pubblico un comunicato stampa che mi è arrivato sui primi parcheggi automatizzati con stazioni di ricarica per le auto elettriche.

Verona, 14 Marzo 2012. Wohr Autoparksysteme con sede in Germania, distribuita in Italia dalla veronese  IdealPark,ha messo a punto e realizzato i primi parcheggi automatizzati con stazioni di ricarica per le auto elettriche. Queste vetture potrebbero migliorare  il nostro futuro in termini salute e  ambiente che ci circonda, oltre a contenere la spesa per il loro funzionamento: riducendo la dipendenza dal petrolio, potrebbero rallentare il riscaldamento globale attenuando l'effetto serra e non producono fumi nocivi.
Sono più silenziosi rispetto ai motori a combustione interna e le prestazioni di un motore elettrico sono decisamente più interessanti rispetto ad un motore a scoppio, sia per i limitati attriti interni, la durata globale del motore, e per le prestazioni. Ciò che fa stentare il decollo delle auto elettriche risiede principalmente nella limitata autonomia, il tempo richiesto e la scarsa durata della carica delle batterie, anche se nuove tecnologie ne hanno incrementato l'autonomia e la vita utile, riducendone contemporaneamente le tempistiche.
Realizzare parcheggi automatizzati con stazioni di ricarica porterebbe tantissimi vantaggi,oltre ad incentivare questo mercato che ancora non riesce a decollare. Parcheggiare in un sistema automatizzato, ricaricare l’auto e andare a dormire? Possibile! Una volta terminata la ricarica della vettura sarà il sistema stesso a spostare l’auto in una piattaforma per il parcheggio, lasciando la prima libera ad un altro utente. Se pensiamo poi che gli impianti di parcheggio automatizzati sono generalmente installati nei pressi dei centri città anche un pubblico femminile sensibile all’ambiente che ha optato per una vettura elettrica può lasciarla sulla stazione di ricarica e dedicarsi ad una giornata di shopping, senza preoccupazione per il parcheggio, trovando poi la vettura pronta all’uso!
Entrando nel merito di questa soluzione evidenziamo subito che è efficiente: le stazioni di ricarica infatti sono poche rispetto ai posti auto, quindi più parcheggi e meno spese per le stazioni di ricarica. Perché? Nei sistemi di parcheggio automatizzati le auto sono parcheggiate in un sistema di scaffalature e movimentate automaticamente tramite piattaforme di smistamento che trasportano i veicoli verso le stazioni di ricarica. Girovagare nelle città in cerca di posti auto con stazioni di carica non è più necessario, in questi sistemi una singola stazione di carica può alimentare diversi spazi di parcheggio, anche di notte e con tariffe notturne vantaggiose. Wöhr ha sviluppato e testato nuove soluzioni, partendo dall’esigenza di caricare l’auto approfittando del parcheggio.
I vantaggi rispetto ai garages con rampa convenzionali o in strada? Per questi è necessaria una stazione di ricarica per ogni  “posto di parcheggio/ricarica”. Se un veicolo parcheggia in garages convenzionali in un apposito spazio di ricarica, la stazione verrà occupata per tutto il tempo del parcheggio, anche se la carica è terminata da diverso tempo. Per i gestori dei garages con rampe non è poi semplice decidere quante stazioni di ricarica devono essere installate e per quali aree di parcheggio. E’ difficile valutare la richiesta di auto elettriche in futuro e le stazioni di ricarica sono molto costose, mentre le opportunità di guadagno commisurate ai prezzi dell’elettricità sono piuttosto bassi.  Ne deriva che un possessore di auto eco-friendly che necessita di caricarla, deve trovare un parcheggio dotato di stazione di ricarica. Se i pochi spazi di ricarica nel garage sono già occupati, nel peggiore dei casi anche da veicoli con un motore a combustione parcheggiato in quello spazio nonostante la segnaletica, il conducente deve lasciare il parcheggio e tentare la fortuna nel garage vicino. Con i sistemi di parcheggio automatizzati è’ molto più semplice: le auto vengono parcheggiate su pallet e poi parcheggiate automaticamente. Una o più stazioni di ricarica sono utilizzabili per diversi posti auto, dal momento che le auto elettriche vengono spostate verso la stazione di ricarica con l’aiuto della tecnologia. Rimangono in quel posto fino al termine della ricarica richiesta e poi riportate in uno spazio destinato al solo parcheggio.
In un sistema di parcheggio automatizzato non è necessario quindi cercare un posto auto con la stazione di ricarica, occupazioni non corrette delle stazioni di ricarica da parte di veicoli a benzina non sono possibili. Inoltre, se il parcheggio avviene di sera, l’utente può chiedere che l’auto venga caricata sfruttando le tariffe notturne più favorevoli. Come funzionano?
I sistemi di parcheggio automatizzati sono dotati di comandi che possono essere integrati con le funzioni per la ricarica delle auto elettriche. Quando l’utente posiziona la propria auto nell’area di trasferimento, programma la ricarica desiderata tramite il pannello di comando e lascia la propria auto.
La porta viene chiusa e l’auto viene movimentata verso il posto auto dotato di stazione di ricarica a seconda delle richieste e dei tempi inseriti dall’utente e poi collegata all’alimentazione.
Il sistema di parcheggio è adatto sia per auto con ricarica standard a filo (in questo caso l’utente dovrà collegare il cavo alla colonnina presente sulla pedana prima di andar via e lasciare l’auto) che per quelle con ricarica ad induzione. Quest’ultimo modo, più innovativo, consente di non avere cavi e di connettersi alla corrente semplicemente parcheggiando l’auto su un tappetino magnetico.
Sui parcheggi automatizzati è possibile definire un certo numero di pedane con colonnina ed un altro con tappetino magnetico fin dall’inizio e poi, eventualmente, variare il loro numero in modo facile e poco dispendioso. La gestione di tutte le ricariche sarà poi eseguita direttamente dal pannello di comando.
Per concludere i parcheggi automatizzati offrono una soluzione comoda, vantaggiosa che unisce la possibilità di parcheggiare alla ricarica dell’automobile, filosofia orientata ad uno sviluppo sostenibile delle nostre città.

Per approfondire Idealpark



Idealpark











 






















mercoledì 18 aprile 2012

REALIZZARE UN SOGNO, VIVERE IN UN EDIFICIO ENERGY PLUS






Vi propongo questo libro, “Realizzare un sogno. Vivere in un edificio Energy Plus” scritto da Massimo Caceffo e Günther Gantioler, che racconta com’è nata la prima casa passiva-Casa Clima Oro in Italia, sita nella frazione di Varone a Riva del Garda (Tn).

 Una casa passiva è un edificio autosufficiente per quanto riguarda la produzione di elettricità, acqua calda, riscaldamento e in questo caso l’edificio monofamiliare è stato terminato nel 2008. Riva, il soggetto del libro e l’edificio stesso, ha ottenuto molti riconoscimenti, a partire nel 2009 il  Certificato dal Passive House Institute di Darmstaadt”, consegnato dall’Ing. Günther Gantioler, unico a livello mondiale a rilasciare questo certificato e Riva è stato il primo edificio ad ottenerlo per quanto riguarda l’Italia. Non solo. La Provincia autonoma di Trento e il WWF l’hanno premiato l’anno successivo nell’ambito del concorso “Meglio far meglio” per i criteri del rispetto ambientale che ha saputo mettere in pratica. Nel novembre del 2011 infine ha ottenuto anche il certificato Casa Clima Oro, primo in Trentino, assegnato dall’Istituto Casa Clima di Bolzano.

 Se desiderate saperne di più potete acquistare il libro a questo link, con anche una piccola anteprima gratuita:

LinK

http://www.rivaplus.it/libro-casa-passiva.html

SEMINARIO ARCA, UN SUCCESSO…IO CI SONO ANDATO




Dal sito di Legno Trentino leggo che sono stati “Oltre 120 professionisti, tra ingegneri, architetti, costruttori e tecnici del settore, hanno risposto all’invito di ARCA Casa Legno partecipando nel pomeriggio di venerdì 13 aprile, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento, al seminario tecnico sull’edilizia in legno di qualità e sul regolamento che sta alla base della certificazione ARCA – Architettura Comfort Ambiente.” Ho partecipato anch’io al convegno e l’ho trovato molto interessante per comprendere la realtà di Arca e i suoi principi, anche per approfondire determinate tematiche relative all’utilizzo del legno grazie ai vari relatori che si sono alternati. Il legno come materiale di costruzione si sta affermando ormai sempre di più per tutti i vantaggi che offre (stabilità, resistenza al fuoco ecc..) ma anche per il benessere della persona, il rispetto dell’ambiente e anche, naturalmente, per il design, perché anche l’occhio vuole la sua parte. Se volete saperne di più su Arca, vi invito a cliccare sul link che trovate nella colonna dei link sulla sinistra.

mercoledì 11 aprile 2012

OLTRE 19 MILA VISUALIZZAZIONI DI PAGINE AL BLOG PROGETTAZIONE STRUTTURE DELL’INGEGNERE TRENTINO MIRKO RIZZI.

Grande successo per questo blog! Leggete il comunicato stampa qui:

COMUNICATI STAMPA GRATIS

SEMINARIO DAL TEMA ARCA - EDILIZIA IN LEGNO DI QUALITA'




Il 13 aprile la Facoltà di Ingegneria di Mesiano a Trento ospita un seminario sull’edilizia in legno di qualità organizzato da Arca, primo esempio in Italia di certificazione degli edifici con struttura portante in legno sviluppato dalla Provincia autonoma di Trento. Destinatari sono tecnici del settore legno e l’inizio è previsto alla sala R2 alle 14.30 con l’intervento “La sicurezza antisismica degli edifici in legno” con il professor Ario Ceccotti - CNR-IVALSA, cui seguiranno “La sicurezza e resistenza al fuoco degli edifici in legno” del professor Maurizio Piazza - Facoltà di Ingegneria - Università di Trento, “ L’efficienza dell’involucro degli edifici in legno” con relatore il professor
Paolo Baggio - Facoltà di Ingegneria - Università di Trento e infine “La sostenibilità degli edifici in legno” illustrata dal professor Antonio Frattari - Facoltà di Ingegneria - Università di Trento. Moderatore sarà l’ingegner Stefano Menapace, coordinatore tecnico ARCA. Per informazioni ed iscrizioni: ARCA Case Legno srl - Via Fortunato Zeni, 8 - 38068 Rovereto (TN)
T: 0464 443111 - info@arcacert.com
www.arcacert.com

FREEDOM TOWER: IL GRATTACIELO SOSTENIBILE CHE SOSTITUIRÀ LE TORRI GEMELLE


Dal bel sito di Architettura Ecosostenibile riporto questo articolo sul grattacielo che andrà a sostituire quelle che erano le Torri Gemelle. 




“A New York, nel luogo dove si trovavano le Torri Gemelle, le immagini del cui collasso sono ancora vivide nella nostra memoria, per diversi anni non si è dato avvio a nessun tipo di ricostruzione. E’ rimasto uno spazio fisico vuoto, luogo della memoria dedicato a toccanti commemorazioni. Ora non più, entro il 2013 dovrebbero essere ultimati i lavori della Freedom Tower progettata dall’architetto David Childs dello studio Skidmore, Owings e Merrill che, una volta terminata, raggiungerà la considerevole quota di 541 metri divenendo l’edificio più alto degli Stati Uniti, dopo la Willis Tower di Chicago. Settantuno piani di uffici, tre milioni di metri quadrati in classe A, venti piani vuoti sopra le fondamenta per aumentare la stabilità dell’intera struttura, grande attenzione alla sicurezza, alle tecnologie e alla sostenibilità ambientale. Il 70 per cento di energia pulita sarà prodotta da un sistema di celle a combustibile in grado di fornire 4,8 milioni di watt/h e il calore di scarto generato dagli impianti sarà riutilizzato per il riscaldamento dell’acqua sanitaria e il funzionamento degli impianti di condizionamento nella stagione estiva. Anche il vento che batte sulle facciate potrà essere convertito in energia e, nelle giornate più soleggiate, si attiverà automaticamente un impianto di riduzione dell’intensità delle luci artificiali. La raccolta di acqua piovana servirà per i sistemi di raffreddamento e antincendio. Non è tutto: Freedom Tower utilizzerà materiali riciclati al 75 per cento e legno certificato Fsc proveniente da foreste dove si eseguono rigorosi protocolli ambientali, sociali ed economici.”




LIBRI DA MAGGIOLI EDITORE


Oggi vi segnalo alcuni testi editi da Maggioli editore che si possono acquistare online ricevendo anche un testo in omaggio. Come novità di questo mese si propongono testi sulle soluzioni progettuali per l’isolamento acustico degli edifici e sul progettare gli uffici, entrambi volumi illustrati e scontati. Oltre a questi sono disponibili anche altri testi nell’edizione 2011 come la Progettazione impiantistica e l’isolazione termica dell’edificio. Acquistandoli online si riceve in omaggio il libro “La domotica per l’efficienza energetica delle abitazioni” che parla anche della domotica associata al risparmio energetico. Per saperne di più visitate il sito


martedì 3 aprile 2012

PASSO, PATTO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN TRENTINO


Anche la Provincia autonoma di Trento si sta orientando sempre più verso soluzioni mirate al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Passo è il Patto per lo sviluppo sostenibile del Trentino, ma anche un blog in cui oltre ad un approfondimento è possibile partecipare attivamente, commentando le azioni del Passo o proponendone di altre che saranno valutate e se ritenute idonee inserite nel Passo da portare in Giunta provinciale entro il 30 giugno di quest’anno. Per capire cos’è Passo ecco un video dell’assessore Alberto Pacher:

http://youtu.be/YP7TaCOWJYg


Se volete conoscere il blog, dove potete leggere anche il documento relativo al Passo, questo il link:


http://www.passo.tn.it/

UN ARTICOLO DAL BLOG EGANZ, SULL’ARCHITETTURA ALPINA


Vi propongo un interessante articolo pubblicato sul bel blog di eGanz, relativo all’architettura alpina e ai “relitti” che andrebbero abbattuti. Vi invito alla lettura e a conoscere e approfondire anche il sito di eGanz al link:




L’architettura alpina «I vecchi relitti andrebbero abbattuti»

(di Luciano Bolzoni)

Non possiamo ridurre le Alpi a un ricettacolo di ruderi umani, dobbiamo prenderne atto.

«Le Alpi non devono diventare un ricettacolo di ruderi umani e non sempre la rovina corrisponde per forza a un fallimento». Lo scrive l’architetto e docente universitario milanese, Luciano Bolzoni nel suo ultimo volume, edito da Priuli&Verlucca, «Abitare molto in alto - Le Alpi e l’architettura», uscito nei giorni scorsi tobre scorso e presentato in anteprima ad Aosta in occasione del convegno «Architettura e sviluppo alpino», promosso dall’Osservatorio sul sistema montagna Laurent Ferretti della Fondazione Courmayeur. Bolzoni attacca, nel suo libro, la visione di una montagna intesa come «luogo in cui ambientare per forza l’arte del ricordo a tutti i costi», paesaggio sottovetro «con tetti a due falde e vecchi scarponi immersi nell’acqua stantia», proponendo una ricognizione di quanto costruito fino ad oggi in quota. Con un obiettivo: dismettere ciò che non serve, recuperare ciò che può essere riutilizzato. «Alcune costruzioni della Prima Guerra Mondiale in Veneto o fabbricati di servizio abbandonati - scrive l’autore del libro - possono diventare occasioni per un turismo colto e suggerire modalità di fruizione differenti dall’attuale abbandono o, perchè no?, possono essere demolite a dimostrazione che la montagna non è solo il luogo in cui ambientare per forza l’arte del ricordo». Non si sottraggono da questo bivio nemmeno gli edifici considerati storici e di valore architettonico: Bolzoni, ricorda in particolare «lo stato di abbandono» dello SportHotel del Paradiso del Cevedale in Val Martello - un rudere muto e decontestalizzato che gli appassionati di montagna altoatesini e trentini conoscono bene - ideato da Giò Ponti nel 1936, e commenta: «Forse sarebbe stato meglio abbatterlo e restituire l’area al paesaggio alpino».

 Lo abbiamo intervistato su questa proposta specifica e sulla filosofia di fondo che tiene insieme le pagine del libro e che affronta un tema caldo anzi caldissimo, basti pensare alle polemiche innescate dal progetto del nuovo albergo Mezdì nella zona di vincolo paesaggistico all’Alpe di Siusi.

«Siamo abituati a pensare l’architettura di montagna come un elemento aggiuntivo ...


MAURO FATTOR«Siamo abituati a pensare l’architettura di montagna come un elemento aggiuntivo rispetto ad un ambiente che da anni amiamo immaginare come immacolato e definito in una sorta di immutabilità che tende all’immortalità. Ma non è così, visto che, probabilmente, non esiste spazio più violato di quello alpino». Così Luciano Bolzoni, seguendo il filo di un discorso dalle molte sfaccettature. Cosa cambia questo rispetto alle modalità del costruire in montagna? «Cambia eccome. L’architettura è immersa in un paesaggio, e per questo essa stessa diventa paesaggio. Dobbiamo imparare a valutarla da questo punto di vista. Né il paesaggio naturale alpino, né quello costruito, sono orizzonti incontaminati e quindi eterni, senza tempo. Proprio il contrario: hanno una storia e di conseguenza invecchiano. Oggi le nostre Alpi sono iper-costruite ed è scontato ritenere che la quantità abbia lasciato ben poco spazio alla qualità costruttiva: sono un collage di architetture orfane di un’architettura di riferimento». È qui che si inserisce il discorso sui ruderi? «Le architetture alpine invecchiano inesorabilmente, anche se sembrano non morire mai. Si spengono lentamente in un’agonia immersa in un silenzio assordante. Ad un certo punto non servono più, bisognerebbe prenderne atto ed agire di conseguenza».
Sul piano pratico cosa significa? «Che chi vuole rinnovare, ricostruire, trasformare, per prima cosa deve presentare un progetto dettagliato di dismissione dell’esistente. La prima tavola che le commissioni tecniche dovrebbero vedere prima di procedere all’analisi di qualsiasi nuovo progetto riguarda esattamente questo aspetto. Che senso ha lasciare in piedi per decenni una struttura come quella di Giò Ponti in Val Martello? Molto meglio abbatterla e restituire l’area all’ambiente naturale».Lei teorizza architettura alpina e paesaggio come un continuo inscindibile. Come muoversi allora, quando si tratta di costruire e non di abbattere? «Parto dal presupposto che tutto ciò che viene costruito in montagna deve essere verificato qualtitativamente e quantitativamente in funzione di una molteplicità di fattori, dove la bellezza potrebbe non coincidere per forza con l’utilità o la bruttezza con la quantità».Un confronto a tutto campo anche con l’architettura tradizionale, senza fare sconti a nessuno. «Ci sono brutti edifici rurali che vengono considerati ”giusti” sempre e comunque semplicemente perchè fanno parte dell’immaginario collettivo. È sbagliato. Non ha più alcun senso oggi affrontare il tema dell’architettura di montagna partendo solo dal’applicazione di vecchi concetti oppure, il che è peggio ancora, adottando l’idea della rottura con il passato sempre e dovunque». Spesso si ha l’impressione che molti progetti siano figli del narcisismo dei progettisti o della megalomania dei committenti piuttosto che di un lavoro di ricerca. «Non è solo un’impressione: è effettivamente così. Ed è un problema reale». Se l’architettura è paesaggio, come lei sostiene, lungo quali coordinate occorre muoversi? «Costruire non vuol dire solo fare; costruire significa disegnare sul territorio, e quindi nel paesaggio, ”novità” che rimarranno in piedi per molto tempo, costruite per un territorio che non deve essere concepito e sfruttato come un giacimento per il turismo. Quest’ultimo, per contro, avrà un ruolo fondamentale nel gioco dell’architettura: la buona architettura potrà favorire il turismo, da quello diffuso ad un diverso impiego delle strutture contemporanee già abbandonate, magari dopo appena un cinquantennio di vita». Ci sono esempi di buona architettura in giro per le Alpi? «Certo che ci sono: in Alto Adige e altrove in Italia, ma anche in Svizzera o in Austria. Quello che io prediligo sono le terme di Vals, dell’architetto Peter Zumthor, il rappresentante perfetto di un modo forse scomparso di fare veramente architettura senza calarla dall’alto». Alto Adige 8-11-09




 Hotel del Paradiso del Cevedale in Val Martello

(immagine di Henry Gottardi, Mezzolombardo - TN)



Altra videogallery: http://www.mongiu.it/

Il lavoro “Vanity – Gio Ponti: Paradiso del Cevedale” dell’artista libanese Paola Yacoub è centrato sull’Hotel Paradiso di Gio Ponti che si trova nella remota Val Martello. L’Hotel Paradiso fu costruito nel 1935 su progetto di Gio Ponti da un colonnello piemontese, Emilio Penati, grazie ai fondi del partito fascista e del Ministero del Turismo italiano. Nel 1943, l’albergo da meta per il turismo elitario si trasformò in sede di alcune truppe speciali del nazionalsocialismo. Nel 1952 fu rilevato dall’imprenditore veneziano Bennati, che modificò le proporzioni originarie ingrandendo l’edificio e cambiando il verde della facciata in “rosso veneziano”. Dal 1955 l’albergo è rimasto sempre vuoto, nonostante la famiglia meranese Fuchs, proprietaria del marchio Forst, l’abbia rilevato nel 1976. Oggi l’edificio si presenta come una costruzione di stampo razionalista immerso nel paesaggio, di cui è possibile vedere unicamente la facciata.
Paola Yacoub è rimasta rapita dall’inquietante presenza dell’esterno, difficilmente decifrabile e inquadrabile in una chiara definizione di insieme. L’edificio lascia aperta la questione riguardante il suo stato di rovina, ci si interroga infatti se esso sia ascrivibile al cambio di destinazione subìto durante la guerra o semplicemente ad un graduale abbandono. Paola Yacoub si avvicina a questo aspetto. Paola Yacoub è nata a Beirut nel 1966. Ha studiato architettura all’Architectural Association School of Architecture a Londra e lavorato dal 2000 come artista e fotografa. Numerose le personali, fra le altre, al Kunst-Werken di Berlino, al Museo d’Art Contemporani di Barcellona e alla Konsthall di Malmö. Nel 2003 ha preso parte dalla Biennale di Venezia. Paola Yacoub è artist in residence del DAAD a Berlino. fonte: http://www.museion.it/#361

MANUALI IN PROMOZIONE E SITO


Vi presento un sito dove trovare manuali sui vari aspetti dell’edilizia, in questo link in particolare vi consiglio alcuni manuali in promozione con sconti validi fino al prossimo 16 aprile:

 http://www.legislazionetecnica.it/dett_iniziativa.asp?id_iniziativa=118&cod_prov=204


 Si tratta di manuali su prevenzione incendi, impianti elettrici negli edifici e costruzioni antisismiche in muratura ordinaria e armata. Oltre a questi potete trovare molte novità visitando il sito.


 http://www.legislazionetecnica.it/default.asp